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Mal di schiena: i quattro segreti per batterlo

Aggiornamento: 30 nov 2020


 

Sul dolore alla schiena esistono (e resistono) numerose credenze. Mantenere la schiena dritta, il sollevare dei carichi e la presenza di ernie discali sono solo alcune delle cose che si sentono spesso nominare, non sempre motivatamente, in associazione alla lombalgia. Il vero problema però è che spesso alcune di queste leggende vengono diffuse proprio dai professionisti della salute che, talvolta in buona fede e talvolta no, alimentano le credenze dei pazienti. Per questo motivo e per colpire le credenze popolari i ricercatori Mary O’Keeffe, Kieran O’Sullivan e Derek Griffin della Università di Limerick hanno deciso di scrivere su Independent.ie un articolo intitolato “15 cose che non sapevi sul mal di schiena”. Ecco qui il mio personale riassunto dell’articolo nei quattro segreti per scacciare il mal di schiena per sempre.


 

Un dolore alla schiena che dura almeno un giorno e che limita le attività è un disturbo molto comune. Circa 15 milioni di italiani e, in generale, l’80% delle persone nel mondo occidentale accusa almeno un episodio di lombalgia nella propria vita. [Framer, 1988]

Il mal di schiena è la causa più frequente di disabilità sotto i 45 anni [Bigos, 1994] ed è la prima causa di infermità lavorativa [Deyo,1996]. Ogni anno in Italia costringe numerosi lavoratori a cambiare mansione [Rosen, 1994] e crea un danno economico stimato in 7,9 miliardi.


Questa condizione sebbene colpisca abbastanza indiscriminatamente maschi e femmine è più comune tra gli individui tra i 40 e gli 80 anni e si stima quindi che il numero complessivo di persone colpite da questa condizione aumenterà in conseguenza all'invecchiamento della popolazione.


Vediamo allora le quattro cose che nessuno conosce sul mal di schiena e, in generale, sul dolore persistente.



1. È normale avere dolore.

Nella maggior parte dei casi il mal di schiena è il risultato di semplici distorsioni o sovraccarichi ed ha prognosi eccellente. Entro le prime due settimane molte persone hanno già un significativo miglioramento dei sintomi e l’85% delle persone si definisce completamente guarito in 3 mesi senza alcuna particolare terapia se non il tempo. Ciò che non è comune non è quindi provare dolore, che come abbiamo visto colpisce almeno una volta l’80% della popolazione, ma piuttosto non riuscire a guarire.

Ovviamente molte persone si sentono meglio dopo dei trattamenti manipolativi, tuttavia il miglioramento non è dovuto ad alcun “riallineamento”, ma a una riduzione a breve termine del dolore, della tensione e della paura. Non a caso due persone con lo stesso problema possono provare dolore molto diverso proprio per una serie di fattori quali le modalità di infortunio, le esperienze precedenti, la paura, il livello di fitness, lo stress e la propria reazione all’esperienza dolorosa.

Quindi niente paura se avete un po' di male! Non esistono prove che il mal di schiena sia causato da ossa o articolazioni fuori posto e, soprattutto, un grande dolore non è sinonimo di danno fisico. Non è nemmeno stata provata una postura specifica che prevenga o riduca il mal di schiena. Piuttosto prestate attenzione alla possibilità di variare posizione, all’abilità di muoversi con confidenza ed in maniera varia. Quello si è importante per “allontanare” il mal di schiena!


2. Raramente l'imaging è necessario

I pazienti spesso desiderano avere una scansione “giusto in caso” ci fosse qualcosa di serio alla loro schiena che giustifichi il dolore. Tuttavia l’evidenza scientifica dimostra che gli esami di imaging mostrano qualcosa di veramente importante in meno del 5% dei casi di mal di schiena. Un consulto con il medico di base o con un fisioterapista esperto è solitamente sufficiente ad identificare se degli approfondimenti sono necessari.

Protrusioni (52%), degenerazioni del disco intervertebrale (90%), ernie discali (28%) e segni artrosici'(38%) sono caratteristiche che presentano anche persone che non hanno alcun tipo dolore. Questi segni andrebbero considerati delle comuni caratteristiche dell’invecchiamento più che delle cause di dolore. Anzi, indicarli come danni irrimediabili e dolorosi può causare ulteriore angoscia nei pazienti, che spesso provano così ancora più dolore e si avvicinano a uno stile di vita sedentario.




3. L'attività fisica va fatta

In presenza di dolore molte persone si sentono spaventate dal movimento. Attività fisica, pesi e zaini vengono evitate perché si presume possano causare problemi. Ma questo non è semplicemente vero! L’attività fisica svolta regolarmente aiuta a tenere il corpo in forma e riduce il dolore. Le persone allenate hanno muscoli più capaci di rilassarsi, l’umore più alto e il sistema immunitario più forte.

Ovviamente una persona può avere un infortunio alla schiena durante una attività più pesante del solito ma ciò non significa che queste attività debbano essere ad ogni modo evitate. Anzi, un ritorno graduale a queste attività è indicato così come quando si torna gradualmente a correre dopo una distorsione di caviglia.

I problemi si pongono al contrario quando le persone, dopo un episodio di mal di schiena, continuano a muoversi in maniera innaturale; per paura del dolore o per qualche radicata credenza. Il riposo prolungato è associato a maggior dolore, a maggior disabilità e a prolungata assenza lavorativa.


4. Serenità

Visti i punti precedenti deve essere chiaro a tutti quindi che il mal di schiena è, a tutti gli effetti, un problema bio-psico-sociale e non un problema solamente meccanico. Ad esempio i disturbi del sonno possono facilitare la sofferenza alla schiena e prolungarla; così anche stress, ansia e basso umore influenzano negativamente il dolore. Quindi, dal momento che questa condizione è associata a molti fattori che variano da persona a persona, il trattamento migliore è quello che riesce a risolvere i fattori contribuenti attivi in quello specifico paziente.



 

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